Ma ci sono persone per cui questa abitudine, apparentemente innocente, si traduce in un furioso mal di testa. Il fastidio comincia presto, poco dopo che si è bevuto anche un modesto quantitativo di alcol.
Si ipotizza che all’origine di questa reazione potrebbe esserci una questione di geni. Pare, infatti, che il Dna entri a gamba tesa rovinandoci dei semplici momenti conviviali di brindisi con gli amici.
A farlo pensare è una ricerca condotta qualche tempo fa dagli esperti del Centro Cefalee dell’Università di Torino, apparsa sulla rivista Headache. Stando allo studio, infatti, potrebbero essere specifiche varianti del Dna a determinare la comparsa del fastidioso mal di testa.
In sintesi, ecco cosa accade: normalmente due enzimi, l’alcol-deidrogenasi e l’aldeide-deidrogenasi prodotte dal fegato, hanno il compito di digerire l’alcol. Quando si bevono quantitivi modesti, l’organismo non ha, in genere, problemi a completare la reazione digestiva che, invece, diventa difficile quando si supera la propria soglia di tolleranza e l’alcol in circolo diventa eccessivo e gli enzimi per assimilarlo, insufficienti.
Può però succedere, in persone predisposte che, similmente a quanto accade quando si alza un po’ il gomito, anche se si è bevuto poco, l’acetaldeide non venga trasformata in acido acetico grazie alla reazione enzimatica e quindi si accumula dando luogo a nausea e cefalea. Per le persone che non sono in grado di “controllare” attraverso la predisposizione genetica la risposta all’introito di alcolici la comparsa dei fastidi è quasi automatica quando si beve alcol anche in piccole quantità.
Come comportarsi?
L’ideale è non correre rischi, quindi meglio evitare di consumare alcolici. Piuttosto godetevi l’estate con un semplice bicchiere di aperitivo alla frutta.
Se pure senza bollicine, il brindisi sarà più salutare e terrà lontano il mal di testa.

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