Quando si parla di raffreddore, specialmente nel periodo a cavallo tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, c’è solitamente molta confusione: continuano infatti a circolare virus più o meno “cattivi” ai danni delle vie respiratorie, si soffre per il fumo e per l’inquinamento ambientale e, pur se le stagioni non sono più segnate alla perfezione sul calendario quando si parla di natura, visti gli sbalzi climatici, si affacciano all’orizzonte le pollinosi.
Tutti questi elementi – virus, pollini e fattori ambientali – vanno a colpire, sia pure con meccanismi diversi, un unico bersaglio, l’apparato respiratorio. Compaiono così starnuti a ripetizione, congestione nasale, occhi arrossati. Insomma, tutti i fastidi legati al classico raffreddore.
Ma sarà un raffreddore allergico o un altro tipo di raffreddore, visto che i virus circolanti possono creare fastidi simili?
Come capire se è rinite allergica: i sintomi
La rinite allergica, o raffreddore da fieno, non presenta quei segni e sintomi sistemici che possono associarsi ai quadri di raffreddore di natura virale. In chi soffre di allergia, mancano il rialzo febbrile, la spossatezza dovuta all’infezione, il mal di testa (se non si accumula una quantità eccessiva di muco nell’area frontale), il mal di gola o la tosse che spesso si accompagnano al raffreddore.
Questo non significa però che la rinite allergica non possa influire sul benessere generale. Se nella forma intermittente i sintomi sono presenti solamente per pochi giorni l’anno, nelle forme persistenti e, soprattutto, più gravi, può interferire con la vita di ogni giorno e portare a disturbi del sonno che rendono impossibile riposare normalmente, facilitando la comparsa di sonnolenza diurna.
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Si possono riconoscere due tipologie di raffreddore allergico. In un caso sono presenti sintomi più facilmente collegabili alla rinite allergica, come starnuti, rinorrea, prurito e congiuntivite. Nell’altro caso invece è il naso chiuso a dominare. In questo ultimo caso, chi soffre di allergia presenta ostruzione nasale e catarro e solo occasionalmente ci sono starnuti. Inoltre, nei pazienti con rinite possono essere presenti occhiaie legate alla congestione venosa nella zona oculare, e il cosiddetto saluto allergico, ovvero la tendenza a sfregare il naso con il palmo della mano.
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Per quanto riguarda la diagnostica, infine, la visita dallo specialista è sufficiente a far riconoscere la patologia. In genere, alla diagnosi di rinite allergica si associano test cutanei per identificare gli allergeni in causa mentre nelle forme di rinite legate alla propria occupazione, cosiddette occupazionali, si possono effettuare test di stimolazione nasale con sostanze presenti in ambito lavorativo.
Le cause della rinite allergica
La rinite allergica, nella maggior parte dei casi, può essere considerata una condizione poli-fattoriale. Questo significa che non c’è un unico elemento – soltanto l’allergene alla base dei sintomi – a determinare il quadro, ma sono diversi i fattori che entrano in gioco, con un peso diverso da persona a persona.
Tra i fattori di rischio ormai dimostrati ci sono l’inquinamento ambientale, la presenza di allergie e, soprattutto, di rinite in famiglia, l’asma, l’esposizione precoce ad allergeni domestici come acari e peli di animali, lo svezzamento precoce, elevati valori di immunoglobuline nel sangue.
Sul fronte genetico, peraltro, si pensa sempre di più che a predisporre alla rinite allergica sia una sorta di “combinazione sfortunata” tra geni e ambiente. Tra le ultime prove che corroborano questa teoria si ricorda uno studio dell’Università di Copenaghen apparso su Nature Medicine che ha consentito di individuare ben 41 geni, quasi la metà dei quali del tutto “nuovi”, potenzialmente correlati ai sintomi della rinite allergica e ai suoi fattori scatenanti.
Questo non significa però che la patologia sia soltanto scritta nel patrimonio genetico. Secondo gli scienziati del nord Europa, infatti, i fattori ambientali avrebbero un ruolo chiave nell’aumento dei casi di rinite, perché i mutamenti genetici richiedono centinaia di secoli per “incorporarsi” nel patrimonio genetico di un numero sempre maggiore di individui. Insomma: la ricerca dimostra che il Dna spiega soltanto un caso su dieci di rinite allergica.
La sfida oggi è comprendere come mai i geni interagiscano con i fattori ambientali, come la polvere, i pollini e l’aria poco sana che molti di noi respirano.
Cosa usare per alleviare i sintomi del raffreddore allergico
Nelle forme più serie e persistenti la parola deve sempre passare al medico, anche per limitare i rischi che si crei il percorso della “marcia allergica” caratterizzata da un progressivo peggioramento dei sintomi e dalla comparsa di disturbi anche in altre aree oltre al naso/dagli occhi.
Per il resto, quando i sintomi sono occasionali e di limitato impatto, un aiuto può venire dai farmaci di automedicazione ad azione antistaminica e antiallergica da usare sia contro i sintomi nasali che contro quelli più specificatamente legati alla congiuntivite allergica.
Grande attenzione, concludendo, va portata alla prevenzione del “raffreddore allergico”. Occorre limitare i possibili rischi sia in ambienti chiusi che all’aperto dove il quadro è scatenato soprattutto dai pollini. Negli ambienti chiusi, occorre ridurre al minimo la muffa, rimuovere al meglio gli acari della polvere, controllare la forfora degli animali domestici, prevenire l’infestazione da scarafaggi.
Per quanto riguarda i rischi di allergia esterna, ecco alcune semplici regole per limitare i rischi. In primo luogo, vanno controllati giornalmente i livelli di concentrazione del polline: meglio dedicarsi ad attività outdoor quando i livelli di concentrazione del polline sono bassi e praticare, invece, attività indoor se il livello di concentrazione del polline è elevato, evitando comunque se i sintomi sono particolarmente fastidiosi, di stare all’aria aperta per lunghi periodi di tempo tra le 05:00 e le 10:00 del mattino, quando i livelli di concentrazione del polline sono elevati.
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Sempre per ridurre il rischio di un’azione “imprevista” del polline incriminato, ricordate che può accumularsi sul corpo: quindi occorre sempre lavarsi con cura i capelli, oltre a cambiare gli abiti appena rientrati a casa.
Domande e risposte sulla rinite allergica e su come riconoscerla:
1. Come riconoscere la rinite allergica rispetto a un raffreddore comune?
La rinite allergica si distingue dal raffreddore virale perché non è accompagnata da febbre, spossatezza o mal di gola. I sintomi principali includono starnuti frequenti, congestione nasale, prurito al naso e agli occhi, rinorrea acquosa e, in alcuni casi, congiuntivite allergica. Inoltre, la rinite allergica è spesso stagionale e si manifesta in presenza di specifici allergeni, come i pollini.
2. Quali sono le principali cause della rinite allergica?
La rinite allergica è causata da una reazione del sistema immunitario a determinati allergeni, come pollini, acari della polvere, peli di animali e muffe. Tra i fattori di rischio vi sono la predisposizione genetica, l’inquinamento ambientale, l’esposizione precoce ad allergeni e la presenza di altre allergie o asma. Studi recenti suggeriscono che una combinazione tra fattori genetici e ambientali può influenzare lo sviluppo della rinite allergica.
3. Quali rimedi esistono per alleviare i sintomi della rinite allergica?
Per ridurre i sintomi della rinite allergica, si possono utilizzare farmaci antistaminici, spray nasali a base di corticosteroidi e decongestionanti, sempre sotto consiglio medico. È importante anche adottare misure preventive, come ridurre l’esposizione agli allergeni, controllare i livelli di polline, mantenere puliti gli ambienti domestici eliminando polvere e muffe, e lavarsi accuratamente dopo essere stati all’aperto per rimuovere eventuali allergeni dai capelli e dagli indumenti.

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